Pagina: “Lotta al cambiamento climatico”

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   Protezione dell'ambiente 

   Energia

   Sviluppo sostenibile

La sottopagina "Materiali" di questa pagina contiene (o conterrà) informazioni e dati che possono essere utili alle discussioni.

Lotta al cambiamento climatico

In questa pagina ospiteremo temi legati alla transizione ecologica, come la decarbonizzazione del settore energetico, la protezione dell’ambiente, e lo sviluppo sostenibile.   Altre discussioni potranno essere aperte per rispondere a nuovi sviluppi o agli interessi dei partecipanti. 

Le attività umane, principalmente attraverso l’emissione di gas serra, hanno inequivocabilmente causato il riscaldamento globale. Rispetto al periodo 1850-1900, si è registrato un aumento della temperatura superficiale globale di 1.1°C nel periodo 2011-2020. Il riscaldamento causato dall’attività umana sta già avendo conseguenze importanti, come l’innalzamento del livello degli oceani, la perdita di biodiversità e una ridotta sicurezza alimentare ed idrica. Per di più, tali effetti gravano maggiormente sulle comunità più vulnerabili e che storicamente hanno continuato in minor misura all’emissione di gas serra. 

Durante la ventunesima riunione della Conferenza delle parti (COP21) della Convenzione sui cambiamenti climatici, tenutasi a Parigi nel 2015, tutti gli stati membri dell’UE hanno adottato l’Accordo di Parigi. L’accordo stabilisce come obiettivo legalmente vincolante il mantenimento dell’’aumento della temperatura mondiale ben al di sotto dei 2°C in più rispetto ai livelli pre-industriali, pur specificando che idealmente bisognerebbe mirare a non superare il 1.5°C in più rispetto ai livelli pre-industriali. Tuttavia, negli ultimi anni si è insistito sempre più sulla necessità di limitare il riscaldamento globale a 1.5°C entro la fine del secolo, in risposta alle raccomandazioni del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’ONU (IPCC), il forum scientifico adibito allo studio del cambiamento climatico. 

L’Unione Europea ha deciso di perseguire questo obiettivo, lanciando nel 2019 il Green Deal europeo, una strategia per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Con la Legge europea sul clima, del giugno 2021, questo obiettivo è stato reso vincolante. 

A luglio 2021, la Commissione ha adottato un pacchetto di proposte, il cosiddetto “Fit for 55”,  per trasformare le politiche dell'UE in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità in modo da ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. La maggior parte di queste proposte è stato approvata dal Parlamento e dal Consiglio dell’UE o è nella fase finale delle negoziazioni. 

In risposta alla crisi energetica, ulteriormente aggravata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la Commissione ha proposto il piano RePowerEU, che mira a mitigare gli effetti sul breve termine della crisi e, allo stesso tempo, ad accelerare la transizione energetica, con misure ancora più ambiziose di quelle proposte nel “Fit for 55”.

Inoltre, le ultime proposte in materia di transizione energetica si inseriscono nell’ambito del Piano industriale del Green Deal, la risposta europea all’Inflation Reduction Act (Legge sulla riduzione dell’inflazione) americano. L’obiettivo del Piano è di rafforzare la competitività dell'industria europea a zero emissioni nette e sostenere la rapida transizione verso la neutralità climatica. 

L’azione portata avanti dall’UE è senza precedenti su scala globale. Tuttavia, questi progressi avranno un impatto limitato senza uno sforzo globale per limitare le emissioni di gas serra entro la prima metà di questo secolo. L’ultimo report dell’IPCC mostra che, tenendo conto delle attuali politiche di decarbonizzazione, l’aumento delle temperature supererà molto probabilmente il 1.5°C entro la fine del secolo, rendendo molto più difficile rimanere entro i limiti dei 2°C.

Protezione dell'ambiente

(il riquadro dove inserire i nuovi commenti si trova subito dopo il testo introduttivo)

In questa discussione parleremo delle principali azioni dell’UE in materia di protezione ambientale, come la tutela della biodiversità, la riduzione dell’inquinamento e la promozione di un’economia circolare. 

La perdita di biodiversità e il cambiamento climatico sono interdipendenti e si influenzano l’un l’altro, con enormi conseguenze dal punto di vista della sicurezza alimentare, della disponibilità di materiali e medicine, e dello smaltimento dei rifiuti. Negli ultimi 40 anni, la popolazione globale di specie selvatiche è diminuita del 60% e attualmente un milione di specie è a rischio di estinzione. L’iniziativa europea di maggior rilievo a riguardo è la Strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030. 

https://ec.europa.eu/environment/strategy/biodiversity-strategy-2030_en 

L’economia circolare, un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile, gioca un ruolo fondamentale nel contesto della transizione ecologica. In questo modo si estende il ciclo di vita dei prodotti, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo. L’adozione di un approccio circolare sarà fondamentale sia per limitare le emissioni che per garantire la disponibilità di materie prime rare, che saranno essenziali per la transizione energetica. L’iniziativa europea di maggior rilievo a riguardo è il Nuovo piano d'azione per l'economia circolare. 

https://environment.ec.europa.eu/strategy/circular-economy-action-plan_it 

L'inquinamento è la maggiore causa ambientale di numerose malattie, disturbi mentali e morti premature, soprattutto tra i bambini, negli anziani e nelle persone con preesistenti condizioni mediche. Oltre ad incidere sulla salute delle persone, l'inquinamento è uno dei principali motivi della perdita di biodiversità. L’iniziativa europea di maggior rilievo a riguardo è il Piano d'azione dell’'UE: "Verso l'inquinamento zero per l'aria, l'acqua e il suolo". 

https://environment.ec.europa.eu/strategy/zero-pollution-action-plan_it

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Risposte

  • L'Ue trova l'accordo sulla prima (storica) Legge sul ripristino del...

    L'Ue trova l'accordo sulla prima (storica) Legge sul ripristino della natura
    Ripristinare almeno il 20 per cento delle aree terrestri e marine dell'Ue entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il…
  • Lo sversamento delle acque radioattive di Fukushima.

    Ho trovato in Facebook questo post. Ne ho controllato i numeri e la bibligrafia non trovando errori.

    In particolare, dai riferimenti [7] e  [8] si può calcolare che il danno bilogico per ingestione di Potassio è circa 300 volte maggiore di quello per ingestione di Trizio. Se confrontiamo quindi l'acqua che verrà sversata nell'oceano (1500 disintegrazioni al secondo  di Trizio per litro di acqua, una disintegrazione al secondo = 1 Bq) e una banana (15 disintegrazioni al second di Potassio), deduciamo che il danno biologico per ingestione di una banana è equivalente a quello di chi beve tre litri d'acqua di Fukushima.

    Veramente comiche sono poi le proteste della Cina: è responsabile (non da sola) del degrado radioattivo permanente di tutto l'ambiente terrestre a causa degli esperimenti nucleari in atmosfera degli anno 60-80; e viene a protestare per un rilascio di acqua da 1500 Bq al litro!

    Buona lettura

    Massimo Burbi

    · 
    Il Giappone ha iniziato lo sversamento nell’oceano Pacifico dell’acqua dei serbatoi di Fukushima [1], dopo un trattamento che quasi azzera la presenza di radionuclidi come il Cesio 137 e lo Stronzio 90, ma non quella del Trizio (o H3, isotopo radioattivo dell’idrogeno) [2]. Il Trizio in quell’acqua può essere un pericolo per l’oceano?
    Sulla stampa abbiamo letto articoli per tutti i gusti, ma quasi nessun dato. In sostanza, come al solito, non si spiegano i fatti, si riportano le opinioni sui fatti, dando la parola ai favorevoli e ai contrari senza fornire al lettore elementi oggettivi e verificabili per capirci davvero qualcosa.
    Partiamo da un dato regolarmente omesso: l’oceano, così come tutto il mondo che ci circonda e come noi stessi, è già naturalmente radioattivo.
    Ad esempio, nell’oceano Pacifico ci sono già 370 PBq di Trizio [3]. Un Bq (nome per esteso: becquerel) vuol dire un decadimento al secondo, un’unità che esprime l’attività di un radionuclide nella sostanza analizzata. Un PBq (PetaBq) vuol dire un milione di miliardi di Bq, cioè un 1 seguito da 15 zeri.
    Nell’oceano Pacifico quindi, ogni secondo, avvengono già 370 milioni di miliardi di decadimenti radioattivi di Trizio.
    Nei serbatoi di Fukushima ci sono circa 1.3 milioni di tonnellate di acqua [4], con un’attività di Trizio di circa 800,000 Bq al litro [5], il che significa circa 1 PBq di Trizio contro i 370 PBq di Trizio già presenti nel Pacifico.
    Ma nel Pacifico non c’è solo il Trizio, c’è l’Uranio, c’è il Carbonio 14 e soprattutto c’è il Potassio 40 (o K40). Quanto? 7,400 EBq [6], dove la “E” sa per Exa, e vuol dire che abbiamo aggiunto altri tre zeri. Un EBq (ExaBq) sono un miliardo di miliardi di Bq, ovvero un 1 seguito da 18 zeri.
    7,400 EBq sono 7,400 miliardi di miliardi di decadimenti radioattivi di Potassio 40 che avvengono nel Pacifico ogni singolo secondo.
    Ma i Bq non sono tutti uguali: ingerire un Bq di Potassio 40 comporta una dose assorbita circa 350 volte superiore rispetto ad ingerire un Bq di Trizio [7][8], perché il Trizio emette una radiazione beta debolissima capace di viaggiare in aria per appena 6 mm [9].
    Mettiamo tutto insieme:
    - Per ogni Bq di Trizio contenuto nell’acqua dei serbatoi di Fukushima, nell’oceano Pacifico ce ne sono già circa 370.
    - Per ogni Bq di Trizio contenuto nell’acqua dei serbatoi di Fukushima, nell’oceano Pacifico ci sono già oltre 7,000,000 Bq di Potassio 40 e un Bq di Potassio 40 dà una dose per ingestione circa 350 volte più alta di un Bq di Trizio. Aggiungiamoci che il Trizio si dimezza ogni 12 anni [10], mentre il Potassio 40 su scala umana è praticamente eterno, avendo un tempo di dimezzamento di oltre un miliardo di anni [11].
    Non è tutto, l’acqua di Fukushima non verrà rilasciata nell’oceano così com’è e tutta insieme, lo sversamento avverrà infatti nell’arco di 30 o 40 anni [12]. Il Trizio, con la sua emivita di 12 anni, farà in tempo a dimezzarsi circa tre volte prima che il processo sia concluso.
    Per finire, prima di essere rilasciata nell’oceano quell’acqua viene diluita al punto da portare l’attività del Trizio sotto i 1,500 Bq al litro [13]. Il limite di Trizio fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per l’acqua potabile è di 10,000 Bq al litro [14].
    Al momento del rilascio in mare, quell’acqua potrebbe quindi tranquillamente essere bevuta, se non fosse acqua salata.
    I dati ci dicono che in termini di radioattività stiamo parlando di una goccia nell’oceano. La cosa potrebbe urtare la sensibilità di qualcuno, ma prendersela con i dati è come urlare alla bilancia perché non ci piace il peso che leggiamo sul display, salvo poi risalirci sopra e leggere di nuovo lo stesso peso.
    A chi scrive sui giornali bisognerebbe ricordare che se una persona dice che piove e un'altra dice che non piove, il lavoro del giornalista non è citarli entrambi, ma guardare fuori dalla finestra per vedere che tempo fa.
    P.S. E’ possibile monitorare in diretta i livelli di Trizio dell’acqua che sta finendo nel Pacifico. Mentre scrivo siamo a circa 200 Bq/litro [15], ovvero 50 volte sotto il limite per l’acqua potabile stabilito dall’OMS e non lontani dai 100 Bq/l che consentirebbero a quell’acqua di superare l’esame di potabilità perfino in Italia [16].
    Massimo Burbi
    Massimo Burbi è su Facebook. Iscriviti a Facebook per connetterti con Massimo Burbi e altre persone che potresti conoscere. Grazie a Facebook puoi ma…
    • Alberto, grazie per questo nuovo ottimo contributo.  Vediamo che reazioni susciterà.

  • Anch’io non sono uno scienziato. Come tale e come tanti altri seguo il dibattito come posso - ma sono recettivo alle spiegazioni logiche. E sono ancora più avvertito quando annuso gli interessi che sono dietro – e foraggiano – gli eroi del negazionismo. Qui il discorso della verità che starebbe nel mezzo (Giovanni) perde palesemente ogni valore e finisce per agire da sedativo mentre la casa, come avviene letteralmente in questi giorni nel Mediterraneo, brucia e ci impone di agire molto più rapidamente e radicalmente di come si faccia al momento.  

    A chi abbia voglia di dare uno sguardo assai allarmante sul caso fortemente rappresentativo in casa repubblicana negli USA e su quanto ci si possa aspettare in caso di loro vittoria nelle elezioni presidenziali dell’anno prossimo proporrei di dare una veloce lettura all’articolo molto informativo comparso oggi sul Guardian: https://www.theguardian.com/environment/2023/jul/27/project-2025-di.... Tale articolo riferisce del “Project 2025”, un malloppo di quasi mille pagine prodotto dallo Heritage Foundation in cui si trovano già nell’introduzione frasi esplicite che indicano come obiettivo quello di “smantellare la funzione amministrativa dello stato (federale - ndr) e di restaurare l’autogoverno del popolo americano”.

    L’attacco alle strutture che stanno gestendo la transizione ecologica ed energetica non potrebbe essere più diretto e minaccioso.

    Non credo personalmente che ci sia qui spazio per posizioni falsamente mediatrici. Ognuno è chiamato a pronunciarsi apertamente e attivamente.

    E non dobbiamo cadere nel tranello, come sembra anche da noi, teso da chi grida di proposito contro il comportamento insubordinato di alcuni movimenti giovanili mentre programma in stanze ovattate l’applicazione nella pratica del negazionismo. Per quanto non si condividano alcune manifestazioni estreme e controproducenti di Last Generation non si può assolutamente paragonare la loro pericolosità con quella dell’attività assai più concreta e reale di gruppi di potere che pianificano la paralisi dei programmi volti al salvataggio dell’ambiente.

    Per quanto ci sia spazio per posizioni più sfumate come in tutte le discussioni non si può non vedere come il negazionismo più o meno strisciante dei partti populisti e presente anche in seno ai partiti tradizionali finisca per influenzare in senso negativo i programmi dell'Unione Europea come le vicende della commissione Ambiente ENVI mostra.

    ‘Project 2025’: plan to dismantle US climate policy for next Republican president | Climate crisis…
    Rightwing groups penned a conservative wish list of proposals for the next conservative president to gut environmental protections
  • Fabio d'accordo sui costi , sappiamo tutti che sono anni che si cerca di investire su produzioni meno inquinanti e che paesi emergenti come Cina India continuano a dire che prima ci siamo industrializzati noi occidentali, inquinando , e ora che toccherebbe a loro l' industrializzazione l'occidente vorrebbe mettere dei limiti da rispettare ecc ecc riscaldamento globale e inquinamento secondo me fanno parte dello stesso problema, l'emissione dei gas prodotti dalle fabbriche e dal nostro stile di vita , auto aerei razzi navi trasporto privato e pubblico ecc ecc sono motivo di inquinamento e di conseguenza aumento delle temperature con tutte le conseguenze che vediamo e viviamo . Però la mia domanda chiedeva molto semplicemente, se per fantasia smettessimo di colpo di emettere nell'atmosfera i gas inquinanti il clima tornerebbe come 30 40 o di più anni fa , quindi niente aumento temperatura scioglimento dei ghiacciai bombe d'acqua ecc ecc o no . Fare esempio di 1000 anni o duemila in un contesto dove è scientificamente provato che le glaciazioni o riscaldamenti si sono succeduti più volte in milioni di anni l'ultima, posso sbagliarmi, non più di 14 mila anni fa , mi sembrano un po' pochi i 1500 anni , non voglio sostenere che l'emissione inquinante e condizionante dei gas non siano causa del riscaldamento globale, voglio solo sostenere , qualcuno di chi studia il fenomeno lo dice , che senza l'immissione degli idrocarburi e altri gas il fenomeno ci sarebbe comunque , magari in percentuale minore ma comunque un ciclo che sulla terra si è presentato più volte nel tempo. È chiaro che indipendentemente dalle opinioni scientifiche comunque bisogna invertire la rotta e investire su fonti alternative non "inquinanti " , e qui i problemi politici ed economici internazionali che ponevi tu , in sostanza non è semplice mettete d'accordo tutte le nazioni . Altro discorso e la questione del negazionismo in generale, si stanno coalizzando pensieri di varie forze politiche dove concentrano la loro azione politica contro i " sinistri " ecologisti che sarebbero causa di inutili e dannosi comportamenti di allarmismi su problemi naturali che secondo loro non sono poi così dannosi ecc ecc . So che fare un esempio di IZZO che conta poco e nulla non fa in se testo , ma lui è uno di questi, e a destra in Europa ci sono partiti che basano la loro politica contro i movimenti ecologisti , nel mondo TRUMP è uno di questi. Allora che fare ? Certamente una azione ecologica la dobbiamo sostenere , come democratici , ma non schierandoci apertamente con certi movimenti secondo me OLTRANZISTI dell'ecologia . Guarda io non sono scienziato, posso solo leggere e ascoltare varie " opinioni " scientifiche e come in tutte le cose della vita , se c'è una verità, sta nel mezzo. L'emissione di gas idrocarburi sono sicuramente una causa ma esiste sicuramente una causa naturale. Scusami ma quando vedo certi documentari che danno solo la colpa del riscaldamento alle emmeissioni di gas mi sembra riduttivo e alquanto allarmistico , se poi ci pensi, tutto sto parlare da parte degli " oltranzisti" ecologici è molto condizionato da una " specie di idealismo " dove  il comportamento personale e la realtà del loro vivere si mescolano anche con incoerenza . Comunque, giusto procedere con politiche ecologiste , molto già difficile, ma senza " fanatismi" comportamentali , come molti fanno .

    • Giovanni, i punti cruciali cui risondere sono:

      1) i gas serra stanno aumentando?

      2) l'uomo è responsabile dell'aumento?

      3) di quanto si alzerà la temperatura se l'aumento continuerà ai ritmi attuali?

      4) cosa succede se l'uomo cessa di emettere gas serra inquinanti?

      Proviamo a rispondere:

      1) Ogni anno si misura un tasso di aumento di gas serra (CO2 equivalente) di 20 miliardi di tnnellate di CO2 (20 GTon). Questo è una misura, quindi un dato sicuro. C'è un altro dato sicuro, ed è la quantità di CO2 emessa dalle attività umane. Il dato è sicuro perché l'uso dei combustibili fossili, la produzine di cemento, ecc sono dati certi e si sa quanta CO2 viene emessa in queste attività. Sono attualmente 37 GTon.

      2) Se si misura un aumento di 20 GTon anno e l'uomo ne emette 37, risulta evidente che la Terra ne assorbe 17 e gli altri vanno in atmosfera (che per inciso, se ricordo bene, contiene circa 2000 GTon di CO2).  Risulta quindi dimostrato che l'uomo è responsabile dell'aumento. Se ad esempio misurassimo un aumento di 100 GTon/anno, ciò indicherebbe  la azione di prcessi naturali preponderanti rispetto alle attività umane, e potremmo solo adattarci senza poter mitigare, ma non è così. Nota che questi sono numeri certi e pertanto non possono essere messi in dubbio, a meno di negare i risultati delle misure.

      3) Il problema si sposta quindi sulla previsione di quanto si alzerà la temperatura in futuro.  Questo punto è attualmente oggetto di discussione, e qui c'è una sana discussione scientifica tra catastrofisti (seri) e negazionisti (seri), dove per serio intendo chi discute ragionando sui numeri che escono dalle previsioni, sulla affidabilità dei modelli e sul loro margine di incertezza.

      4) anche questo punto dipende dalle previsioni dei modelli.

      I punti 3) e 4) possono trovare risposta nei modelli monitorati da IPCC, che raccoglie i risultati di circa 35 gruppi di ricerca diversi sparsi per il mondo. Il margine di incertezza viene ricavato esaminando le differenze di previsione tra i vari modelli. L'ultimo rapporto IPCC contiene le risposte alle tue domande, almeno fino al 2100.

       

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       Dalla figura si vede che, mantenendo invariata la situazione attuale (modello SSP5-8.5), entro il 2100 avremo un aumento di temperatura tra 2-5 gradi (rispetto ad oggi), se tutto il mondo attuasse il piano europeo (modelli SSP1 1.9 e 2.6) conterremmo l'aumento entro 1 grado. Il mondo probabilmente andrà verso il modello SSP2-4.5, con un aumento medio di 2 gradi rispetto ad oggi. Da notare però che questi sono gli aumenti medi dei mdelli, che su scala locale predicono variazioni molto violente. Ad esempio la calotta artica sembra che si scalderà 3 volte più del valore medio.

      Queste sono le previsioni e su questi grafici dovrebbe focalizzarsi la discussione, non su cose del tipo "ma l'uomo c'entra?" che francamente non hanno più senso.

    • Sono d'accordo ALBERTO, volevo solo provocare una discussione, è chiaro che dei dubbi su tutto ciò che si dice e si scrive li ho ancora , d'altronde sarà pure una questione di studi analisi ecc sarà anche una questione di pensiero da condividere e la maggioranza degli addetti ai lavori lo sono , eppure ci sono opinioni e pensieri fuori dal coro della maggioranza, però, tanto per insistere, siamo così sicuri che il riscaldamento globale in questo momento dipenda solo dall'inquinamento atmosferico causato dall'uomo ? Ripeto solo dal nostro modello di vita ? Siamo sicuri che , non so in che percentuale, sia anche una questione " naturale" , non chiedo risposte certe chiedo solo se chi è così certo non abbia dubbi anche se pochi . 

    • Giovanni,

      non esiste alcuna indicazione che in assenza dell'aumento di anidride carbonica e di altri gas a effetto serra dovuti alle attività umane la temperatura del pianeta sarebbe cresciuta lostesso.   Al conttario, verso la metà del secolo scorso la temperatura stava leggermente scendendo.

      Riporto qui di seguito un articolo da RaiNews sul tema   https://www.rainews.it/articoli/2023/04/concentrazione-di-co2-dal-1...

      E questo è un grafico che viene da questo articolo.
      12161745280?profile=RESIZE_710xSe riuscissimo a non far crescere più la concentrazione di anidride carbonica non credo che la tempertura del pianeta scenda.    Ma riusciremmo a far si che smetta di aumentare.   Ma aspetto che qualcuno più esperto di me intervenga (forse Alberto Rotondi ?).   Ho paura che gli effetti dell'alta concentrazione di anidride carbonica durino per molto tempo.


      Dovremmo continuare questo scambio nella discussione "Lotta al cambiamento climatico".

      Clima, la concentrazione di CO2 in tempo reale
      I dati sul principale gas serra nell'atmosfera
  • Giovanni,

    una prima risposta abbastanza generale (al tuo commento del 26 luglio) che sarà sicuramente integrata da altri.

    Inquinamento e riscaldamento globale sono due problemi abbastanza diversi.   Il termine “inquinamento” ricopre tanti impatti negativi che l’attività umana può avere sull’ambiente.    Copre tante cose che vanno dall’impatto della plastica non raccolta al versamento nei fiumi e ruscelli di sostanze pericolose derivate da attività varie, dall’impatto sulla qualità dell’aria di tante emissioni di sostanze gassose all’impatto sui terreni di pesticidi e concimi, passando per tante altre cose non belle.

    Il riscaldamento globale riguarda invece l’aumento della temperatura del pianeta osservato negli ultimi cinquanta anni e dovuto all’alto livello di emissioni di gas ad effetto serra (soprattutto l’anidride carbonica).   Di per sé, l’anidride carbonica non è una fonte di “inquinamento”.    A parte il fatto che contribuisce a creare l’effetto serra, l’anidride carbonica non è velenosa e non è fonte di inquinamento nel senso classico.

    Nella storia della Terra ci sono state glaciazioni e riscaldamenti molto forti.   Ma nel corso degli ultimi duemila/duemila cinquecento anni i periodi di raffreddamento e di successivo riscaldamento sono stati piuttosto contenuti.   Verso la metà del XX secolo ci si trovava all’inizio dei un periodo di leggero raffreddamento.   Nel 1975 Newsweek e “Time international” avevano avuto dei brevi articoli sulla possibilità che il pianeta stessa per raffreddarsi.   Avevano riportato l’opinione di alcuni scienziati, non certo quella della maggioranza degli scienziati (in quell’anno il tema interessava ancora solo alcuni specialisti).

    Purtroppo a partire dagli anni ottanta si è osservato invece l’inizio di un certo riscaldamento.   Questo sta continuando in questi anni ed è un fatto innegabile.   Nessuno ne può contestare la realtà.  

    Negli ultimi quaranta/cinquanta anni ci sono stati tantissimi studi sul fenomeno.   Alcune cose sono chiare.   L’attività umana non è una “concausa” come alcune delle persone che citi sostengono.   Senza l’aumento delle emissioni di anidride carbonica e di altri gas ad effetto serra la temperatura del pianeta sarebbe scesa leggermente.   La stragrande maggioranza degli scienziati accetta oggi che le attività umane siano la causa del riscaldamento che costatiamo da cinquanta anni circa.

    Il “negazionismo” che si vede ancora è una cosa poco seria che si concentra sui social networks, in siti internet di qualità pessima ed è di solito senza argomentazioni serie.   Ė soprattutto una forma di rifiuto della realtà da mettere sullo stesso piano del rifiuto dell’esistenza del Covid, dell’opposizione ai vaccini o, addirittura, del “terrapiattismo”.

    CI troviamo però di fronte ad un grosso problema politico.   Per rallentare il processo di riscaldamento globale dobbiamo cambiare profondamente la nostra maniera di vivere.   Questo ha dei costi molto alti e non sappiamo come convincere la maggioranza della popolazione della necessità di fare questo cambiamento.

    Il problema si manifesta soprattutto in due aspetti diversi.    Il primo è che i costi del cambiamento della nostra maniera di produrre e di vivere hanno un impatto ben diverso per differenti gruppi sociali.   

    I costi sono più alti per le persone a reddito medio-basso che per le persone con redditi più alti.   Chi vive nel centro delle città può accettare più facilmente di rinunciare all’automobile e/o di comprarne una elettrica o di vivere in unità multi-residenziali.   Chi vive in periferia o attorno ai centri grossi dipende in maniera essenziale dall’automobile e non vuole rinunciare alla sua casa individuale (molto più cara da riscaldare o isolare termicamente).   Immaginare misure orizzontali che si applicano a tutti nella stessa maniera costa meno voti nelle “ZTL” che in periferia o a venti/trenta chilometri dalla città.   Bisogna trovare maniere di differenziare le misure o di offrire forti sussidi (che oggi pochi paesi possono permettersi; sicuramente non il nostro).

    Il secondo ha un carattere internazionale.   Oggi una parte altissima delle emissioni di gas ad effetto serra vengono da paesi emergenti: Cina, India e tanti altri paesi ancora piuttosto poveri.   Ma le emissioni totali accumulate negli ultimi 70/80 anni provengono soprattutto dai paesi industriali avanzati.   I paesi poveri non vedono perché loro non dovrebbero fare oggi quello che noi abbiamo fatto negli ultimi tre quarti di secolo.    Alcuni paesi, come la Cina, hanno cominciato a capirlo, ma molti altri no.   Questi paesi sarebbero disposti a fare qualcosa se i paesi ricchi contribuissero al finanziamento delle loro misure di riconversione.   Noi abbiamo accettato il principio di una nostra responsabilità che deve portare ad un finanziamento della loro trasformazione di vita, ma poi non lo stiamo mettendo in pratica.   Abbiamo fatto molte promesse e versato molto poco.

    Non possiamo negare l’esistenza di questi due grossi problemi politici e dobbiamo trovare delle soluzioni convincenti, altrimenti saremo sempre più soli a sostenere le nostre (giustissime) tesi.

  • Buongiorno, ho un quiz in testa sulla questione se il cambiamento climatico sia colpa dell'inquinamento prodotto dall'uomo o se è un evento che già in passato si è visto e l'inquinamento è solo una con causa . Sento persone, anche dentro il PD , che sostengono che è esclusivamente in stragrande maggioranza colpa dell'inquinamento, sento ambientalisti che sostengono la stessa cosa , sento alcuni scienziati che sostengono la stessa cosa , poi in contrapposizione a queste " opinioni " sento e vedo una aggregazione di diversa natura partitica e di personaggi " negazionisti" a partito preso che sostengono che è tutta una invenzione del sistema internazionale politico, economico , per tenere le persone sotto controllo diffondendo allarmismi ad arte . Se devo essere sincero ho notato che i media calcano esageratamente questa questione , deduco che esagerare fa notizia fa parlare e fa vendere , comunque sia la mia opinione sta nel fatto che i cambiamenti climatici ci sono sempre stati da milioni di anni , mi pare che l'ultima glaciazione sia "finita " circa 20 mila anni fa , detto questo sicuramente l'uomo con il suo stile di vita è una concausa ma non è la causa principale, comunque a parte la mia opinione sicuramente l'inquinamento non fa bene al pianeta e alle persone,  e la politica deve dare di più per avere un pianeta PULITO, è un diritto di chi c'è ora e di chi vivrà il domani , dall'epoca della invenzione del motore a vapore , credo a metà del 1800 circa , l'uomo ha  inquinato a suo piacere economico tecnologico, dal 1960 circa si è cominciato a prendere coscienza che l'inquinamento industriale porta benessere e tanti e  disastri ambientali e di salute, oggi schierarsi come vuole una certa destra e una certa sinistra , tipo comunisti italiani di IZZO, che ne fanno una questione di libertà su cui fare politica dando tutta la colpa ai sostenitori dell 'inquinamento, è una trappola in cui i " democratici " in Italia in Europa nel pianeta non devono cadere . Gli scienziati " seri " sanno e dicono che il cambiamento climatico è in atto ma che l'inquinamento è una aggravante, a cui bisogna mettere un rimedio, non la causa .

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Altri link utili

Agenzia internzionale dell’energia: https://www.iea.org/  

La NASA è una delle fonti più importanti e più affidabili per i dati sul riscaldamento del pianeta.

E questo è il link al sito dello Intergovernmental Panel on Climate Change

RepowerEU spiegato da Openpolis

Link al Manifesto della fondazione Solar Impulse "Europe 3.0 Modernise to Thrive"

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