In questa pagina ospiteremo temi legati alla transizione ecologica, come la decarbonizzazione del settore energetico, la protezione dell’ambiente, e lo sviluppo sostenibile. Altre discussioni potranno essere aperte per rispondere a nuovi sviluppi o agli interessi dei partecipanti.
Le attività umane, principalmente attraverso l’emissione di gas serra, hanno inequivocabilmente causato il riscaldamento globale. Rispetto al periodo 1850-1900, si è registrato un aumento della temperatura superficiale globale di 1.1°C nel periodo 2011-2020. Il riscaldamento causato dall’attività umana sta già avendo conseguenze importanti, come l’innalzamento del livello degli oceani, la perdita di biodiversità e una ridotta sicurezza alimentare ed idrica. Per di più, tali effetti gravano maggiormente sulle comunità più vulnerabili e che storicamente hanno continuato in minor misura all’emissione di gas serra.
Durante la ventunesima riunione della Conferenza delle parti (COP21) della Convenzione sui cambiamenti climatici, tenutasi a Parigi nel 2015, tutti gli stati membri dell’UE hanno adottato l’Accordo di Parigi. L’accordo stabilisce come obiettivo legalmente vincolante il mantenimento dell’’aumento della temperatura mondiale ben al di sotto dei 2°C in più rispetto ai livelli pre-industriali, pur specificando che idealmente bisognerebbe mirare a non superare il 1.5°C in più rispetto ai livelli pre-industriali. Tuttavia, negli ultimi anni si è insistito sempre più sulla necessità di limitare il riscaldamento globale a 1.5°C entro la fine del secolo, in risposta alle raccomandazioni del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’ONU (IPCC), il forum scientifico adibito allo studio del cambiamento climatico.
L’Unione Europea ha deciso di perseguire questo obiettivo, lanciando nel 2019 il Green Deal europeo, una strategia per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Con la Legge europea sul clima, del giugno 2021, questo obiettivo è stato reso vincolante.
A luglio 2021, la Commissione ha adottato un pacchetto di proposte, il cosiddetto “Fit for 55”, per trasformare le politiche dell'UE in materia di clima, energia, trasporti e fiscalità in modo da ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. La maggior parte di queste proposte è stato approvata dal Parlamento e dal Consiglio dell’UE o è nella fase finale delle negoziazioni.
In risposta alla crisi energetica, ulteriormente aggravata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, la Commissione ha proposto il piano RePowerEU, che mira a mitigare gli effetti sul breve termine della crisi e, allo stesso tempo, ad accelerare la transizione energetica, con misure ancora più ambiziose di quelle proposte nel “Fit for 55”.
Inoltre, le ultime proposte in materia di transizione energetica si inseriscono nell’ambito del Piano industriale del Green Deal, la risposta europea all’Inflation Reduction Act (Legge sulla riduzione dell’inflazione) americano. L’obiettivo del Piano è di rafforzare la competitività dell'industria europea a zero emissioni nette e sostenere la rapida transizione verso la neutralità climatica.
L’azione portata avanti dall’UE è senza precedenti su scala globale. Tuttavia, questi progressi avranno un impatto limitato senza uno sforzo globale per limitare le emissioni di gas serra entro la prima metà di questo secolo. L’ultimo report dell’IPCC mostra che, tenendo conto delle attuali politiche di decarbonizzazione, l’aumento delle temperature supererà molto probabilmente il 1.5°C entro la fine del secolo, rendendo molto più difficile rimanere entro i limiti dei 2°C.