Pagina: “Transizione digitale”
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Le telecomunicazioni, una volta il mezzo per trasportare attraverso messaggi elettrici, suoni e testi, sono ora la maniera come spostiamo “bits”. Sono quindi l’infrastruttura di base su cui si sviluppa gran parte del mondo digitale.
Nell’Unione europea, gli stati membri non hanno mai voluto superare la dimensione nazionale dei mercati delle telecomunicazioni. Alla fine degli anni novanta hanno accettato però che si definisse un quadro regolamentare valido nell’insieme dell’Unione europea che sarebbe stato applicato in ogni stato membro da Autorità di regolamentazione indipendenti. Le decisioni di queste autorità devono essere comunicate alle autorità di regolamentazione degli altri paesi membri e alla Commissione europea. Quest’ultima ha la possibilità di bloccare o far correggere alcune misure se queste fossero in contraddizione con il quadro regolamentare europeo.
Questo approccio ha permesso un grosso sviluppo del settore nel primo decenni di questo secolo. Oggi però la sfida è portare le telecomunicazioni più rapide possibili (in particolare, la fibra ottica) a tutti gli utenti dell’Unione quando ci sono ancora forti differenza tra regioni e località. Per di più, dobbiamo sviluppare le comunicazioni senza fili di nuova generazione (5G) dove l’Europa mostra un ritardo consistente rispetto ad altre parti del mondo industrializzato. Questa tecnologia è indispensabile per permettere le comunicazioni tra apparati diversi senza intervento umano, cosa che si sta sviluppando sempre di più.
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